Sono innumerevoli le piante tossiche presenti in natura. Qui di seguito un elenco di alcune delle più comuni piante potenzialmente letali per i nostri cani e gatti.
Azalea
Studi sperimentali hanno dimostrato che l'ingestione di foglie verdi in quantità pari allo 0,2% del peso del corpo dell'animale, è in grado di indurre avvelenamento. I sintomi clinici sono anoressia,ipersalivazione, depressione nausea e vomito.
Ricino
La Ricina, elemento tossico, è concentrata nei semi della pianta. Ingerita da cani e gatti dà dopo 18-24 ore gravi segni di intossicazione: depressione, febbre, sete intensa, dolori colici e sudorazione. In casi estremi compare diarrea emorragica profusa e morte.
Edera
È una pianta rampicante comunemente presente in natura. Il principio tossico, l'ederagenina, è contenuto sia nelle foglie che nei frutti. In corso di avvelenamento, le manifestazioni iniziali son rappresentate da ipersalivazione con sete intensa, nausea, vomito, dolori addominali e diarrea. L'animale può entrare in coma e morire.
Vischio
La pianta del Vischio, conosciuta come pianta portafortuna nel periodo natalizio, in realtà contiene nelle bacche delle sostanze tossiche che hanno una azione diretta nella muscolatura liscia, e marcate proprietà ossitociche(Vischio Americano), tanto che gli Indiani d'America lo usavano come abortigeno. Negli animali da compagnia l'ingestione di vischio può causare nausea, vomito e gastroenterite.
Euforbie
Tra le euforbie la più conosciuta è la Stella di Natale che produce una linfa irritante per la cute e la congiuntiva, nonchè, se ingerita, per il tratto gastrointestinale.
Aracee
Molte di queste piante sono note come piante di appartamento. Per es. la Dieffenbachia, diverse varietà di Filodendro, l'Occhio di Elefante, ecc. L'avvelenamento che consegue all'ingestione di foglie o parti di pianta causa una notevole irritazione della cavità orale, con dolore, scialorrea, stomatite e grave difficoltà respiratoria.
Ortica
Molte piante sono dotate di peli irritanti in grado di dissuadere gli animali dall'ingerirli o calpestarle. Il principio tossico contenuto nei peli si chiama Istamina, ed è responsabile della comparsa dei ponfi che si osservano sulla cute dell'uomo in seguito a contatto con queste piante, mentre la componente tossica che determina la comparsa dei segni clinici di maggiore gravità è l'Acetilcolina. L' avvelenamento si verifica nei cani che vivono o cacciano all'aperto. L'animale correndo su e giù fra la vegetazione, attiva un gran numero di peli urticanti, che determinano l'inoculazione di una dose abbastanza elevata da provocare un effetto cumulativo. Negli animali intossicati si osserva eccessiva salivazione, sensazione di bruciore in cavità orale, debolezza muscolare e tremori. Possono essere presenti vomito e dispnea da costrizione bronchiale.
Tasso
Il tasso è un arbusto sempre verde di aspetto simile all'abete, al larice, al pino: Gli aghi sono di colore verde scuro nella parte superiore e verde chiaro in quella inferiore. Il principio tossico è contenuto negli aghi,nella corteccia e nei semi, si tratta di un alcaloide di nome Tassina. I frutti di colore rosso e di aspetto carnoso possono attrarre gli animali. i segni clinici compaiono rapidamente, con morte improvvisa prima ancora che il proprietario si renda conto della gravità del problema.
Oleandro
L'oleandro è un arbusto ornamentale con foglie lineari, coriacee e con margini lisci, di lunghezza variabile da 10 a 30 cm. I fiori dell'oleandro variano di colore dal bianco al rosa al rosso al violetto. La fioritura dura per mesi durante l'estate. Il frutto è rappresentato da un baccello lineare simile a una matita. Il principio tossico si chiama Oleandrina ed ha un sapore amaro. È improbabile che un cucciolo o un gattino mastichino le foglie verdi della pianta, è però possibile che un animale le ingerisca casualmente. I segni clinici di avvelenamento possono comparire in ritardo: fino a tre ore dopo l'ingestione. Inizialmente sono rappresentati da nausea e vomito, seguita poi da diarrea. Gli effetti più intensi e potenzialmente letali si osservano a livello cardiaco. Le estremità distali degli arti possono essere fredde e la temperatura corporea generale può scendere al di sotto della norma. Altre piante che inducono una sintomatologia simile all'oleandro sono: la Digitale e il Mughetto.
Cianuri
I noccioli dell'l'Amarena, Ciliegia, Albicocca, Mandorla e Mela contengono una sostanza velenosa a base di cianuro. Questo tipo di avvelenamento è frequente nei cani che vivono in giardini piantumati con questi alberi in quanto hanno accesso illimitato ai loro frutti. La morte sopraggiunge per convulsioni e difficoltà respiratorie.
Funghi
Esistono più di 3.000 specie di funghi. Molte di queste specie sono tossiche sia per gli animali che per l'uomo. I funghi producono numerose e diverse sostanze velenose che in base alla sintomatologia da esse indotta vengono distinte in :
-Veleni Neurotossici i cui sintomi compaiono entro 15-30 minuti dall'ingestione e sono caratterizzati da ipersalivazione, lacrimazione, nausea, vomito, diarrea, coliche, miosi e respiro asmatico, sonnolenza seguita da eccitazione ed infine sonno profondo e coma.
-Veleni Protoplasmatici, i cui effetti si manifestano entro le 6-12 ore, e sono caratterizzati da violenti attacchi di vomito, diarrea, disidratazione, crampi muscolari, collasso, coma, ipotensione, midriasi;
-Veleni irritanti gastroenterici, la cui insorgenza avviene entro le 2 ore dopo l'ingestione, e si manifestano con nausea, vomito, e diarrea transitori.
Uva e uvetta sultanina
Il numero di acini sufficiente a far insorgere la tossicità è approssimativamente di uno per ogni 2 kg di peso del cane. A un cane di 20 kg basterebbero solo 10 acini per assumerne una dose tossica. L'uvetta sultanina, invece, può essere tossica in ragione di 3 acini ogni 2 kg. I segnali clinici di solito si manifestano dalle 6 alle 24 ore dall'ingestione e consistono inizialmente in inappetenza, vomito e diarrea. Seguono poi gravi problemi renali con prognosi riservata. Il miglior consiglio è quello di evitare di dare uva al vostro animale, ricordandoci che è anche presente in forma essicata in vari dolci di uso comune come ad esempio il panettone.
Giglio
Il fiore del giglio è tossico per i gatti. La ASPCA, (Animal Poison Control Center americano) ogni anni con l'arrivo della primavera lancia una campagna nazionale per informare il pubblico circa i rischi associati ad alcune varietà di giglio comune (come il giglio bianco o Easter lily) per la salute degli animali domestici e dei gatti in particolare.
In caso di ingestione i gatti possono manifestare vomito, malessere, apatia cui fa seguito una grave insufficienza renale acuta indotta dalla tossina presente nel fiore. Il gatto si avvelena spesso solo lambendosi i cuscinetti plantari su cui si sono posati i granuli rosso gialli del polline caduto dagli stami del fiore.
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